CONOSCERE IL PASSATO
PER CAPIRE IL FASCINO DEL PRESENTE

LE ORIGINI

 

I più antichi resti archeologici che testimoniano la presenza di vita umana nel territorio triorese risalgono al periodo del Neolitico medio, collocabile all’incirca tra il 3800 e il 3000 a.C. In tale periodo si sviluppò nell’Italia settentrionale la cosiddetta “Cultura dei Vasi a Bocca Quadrata”

 
 

SOTTO GENOVA

 

Quel borgo di nome Triora, dominante la valle di Taggia, con le sue cinque fortezze, le altissime case-torri, gli anfratti, le volte incrociate, gli androni bui e tenebrosi, circondato da una cinta muraria impenetrabile, rappresentava per Genova una grave minaccia, un serio ostacolo alla sua espansione. Occorreva combatterlo, sottometterlo con ogni forza: gli abitanti delle valli di Oneglia, di Andora e della Valle Arroscia dovevano inviare i loro eserciti nel territorio di quel baluardo della contea di Ventimiglia. La città-fortezza doveva essere vinta ad ogni costo, perché troppo importante per la posizione strategica e per la ricchezza delle sue terre. Dove non poterono anni di lotte riuscì un pugno di scudi genovesi: Triora, in quel lontano 4 marzo 1261, assieme ad altri castelli ponentini, veniva acquistata da Guglielmo Boccanegra, rappresentante della Repubblica marinara.

 
 
L’INDIPENDENZA

 

Il periodo in cui Triora conobbe il maggior prestigio, come detto per l’enorme importanza strategica e militare, fu quale nona podesteria della Repubblica di Genova; Soltanto nel 1405, a causa di enormi tasse richieste, i Trioresi si insubordinarono, distruggendo quattro delle cinque fortezze, successivamente ricostruite. Triora si diede propri Statuti, che rappresentano un modello di saggia amministrazione ed in cui il popolo intero partecipava alla gestione della cosa pubblica; erano stabilite regole e comportamenti in ogni frangente, dalla caccia alla pesca, dall’agricoltura e foreste alla filatura, dalla finanza alle fiere, dall’utilizzo delle fontane e delle sorgenti alla macina del grano.Rifornì la Repubblica di grano e vino, poiché i fabbisogni locali erano ampiamente soddisfatti.

 
 
LA CACCIA ALLE STREGHE

 

Un grave fatto macchiò purtroppo quel periodo di relativa pace e benessere registratosi nei secoli XV e XVI: la caccia alle streghe. Negli anni 1587-1589 alcune donne del luogo e dei suoi possedimenti (Andagna, Montalto, Badalucco, Castelfranco) vennero accusate di stregoneria ed alcune furono condannate dopo orrendi supplizi. La vicenda di queste sventurate, in taluni casi fanciulle e matrone, è ancora tutta da approfondire. I Trioresi non si vergognano di questa triste vicenda, bensì hanno dedicato alla questione convegni, mostre, libri.

 

 

 

 

 

 

 

 

Sandro Oddo